Di Claudio Provetti già Direttore BU e CSQ dell’IMQ S.p.A.
Quando è stato lanciato il progetto del Forum dell’Impresa e del Management contestualizzato nell’ambito di EXPOTRAINING 2015, uno dei temi proposti è stato quello riguardante la Qualità come asset value per Competere.
La domanda che più operatori della “Qualità” si sono rivolti è stata: «di quale Qualità si sta parlando?».
Sempre più frequentemente nel mondo industriale, e non solo, il concetto di Qualità ha preso una valenza ad ampio respiro. E’ difficile parlare di qualità dei prodotti e non associarla alla qualità dei processi organizzativi delle aziende che li realizzano. Ma altrettanto si può dire sulla qualità degli ambienti di lavoro, o dei servizi post vendita, o della gestione dei dati sia riconducibili a logiche di privacy che di importanza strategico – aziendale e quindi da trattare e detenere al massimo livello di sicurezza, ecc. ecc.
Come si evince lo slogan “Qualità per Competere” racchiudeva (e racchiude) di per sé una ridda di concetti e di possibili trattati che avrebbero necessitato spazi e tempo ben più ampi di quanto si sarebbe potuto immaginare in una due giorni –full time e full immersion– c/o il Forum.
La fortuna è stata quella di avere come testimonial, delle importanti aziende che operano sia a livello nazionale che internazionale e che hanno accettato l’invito e raccolto la sfida di mettere in evidenza,e di portare in atto pubblico,come venga vissuta nelle proprie aziende la Qualità e quale significato attuale e prospettico esse diano a tutto quello che ruota intorno alla qualità come reale supporto per la competitività. (n.d.r.: si coglie nuovamente l’occasione per ringraziare tutti i relatori sui contributi di grande interesse portati)
Per condividere con i lettori le risultanze di quanto emerso nei due giorni di confronto e discussione al tavolo di lavoro specifico, si è trovato conveniente e più facilmente fruibile, riportare di seguito tre macro classi di argomenti scaturiti, in forma di statement singoli, piuttosto che cercare una sintesi puntuale su ogni aspetto; la cosa sarebbe stata poi piuttosto difficile vista l’ampia rappresentatività di aziende operanti in contesti e settori diversi. (n.d.r.: viene lasciata così al lettore la possibilità di esegesi più opportuna secondo i propri interessi).
Aspetti ricorrentie di convergenza dalle testimonianze di:ABB (Tommaso Abbattista), ALTRAN(Luca Ruffilli), BEGHELLI(Fabio Pedrazzi), FIVEP-CARIBONI Group(Dante Cariboni), GEWISS(Matteo Gavazzeni), RIELLO UPS(Maurizio Tortone), SCHNEIDER ELECTRIC(Alberto Ginnaio).
- a) Concetti chiave:
- Cultura e divulgazione (parte tutto dall’approccio culturale alla Q e alla divulgazione di quanto di buono si è fatto, si sta facendo e si farà)
- Innovazione (mai smettere di studiare, avere “fame” d’apprendere-Long Life Learning-; ma tutto deve avvenire con dinamiche ad alta velocità: “oggi è tardi per domani!”)
- Team (corresponsabilizzazione di “tutti” sempre; lavoro di squadra e far convergere l’attenzione verso obiettivi chiaramente divulgati)
- Catena di fornitura e partnership (da soli spesso non si va da nessuna parte; la qualità finale è il risultato degli add-on sulla catena del valore; importante risulta identificare dove si genera il valore nelle singole fasi di sviluppo, realizzazione, immissione sul mercato e post vendita del prodotto / servizio, anche a fine vita utile di un prodotto)
- Sostenibilità (qualità in simbiosi stretta con Sicurezza, non ci possono essere organizzazioni, processi, prodotti e servizi di Q se non sono sicuri nell’accezione più ampia del termine; attenzione al futuro con particolare riguardo all’ambiente e alla collettività – Responsabilità Sociale d’Impresa)
- Miglioramento continuo (passa attraverso nuove logiche che prevedono: integrazione, flessibilità, velocità, insoddisfazione continua e capitalizzazione dell’esperienza acquisita)
- Sistema Paese (attenzione alle normative internazionali, le buone prassi e lo stato dell’arte della Qnon sempre sono supportate da normativa al passo con le esigenze: del mercato, della competizione internazionale e della collettività; il tessuto socio economico Italiano, formato daPMI [M àµ], manca ancora della consapevolezza della forza del fare rete; piccolo non è più bello ma sottende una forza incomparabile ed è l’humus più fertile per la nascita e lo sviluppo di aggregazioni di interesse, efficaci ed efficienti)b) Cultura della Qualità e Tutela del made in Italy:
- Rigore nell’approfondimento dei problemi e nelle diagnosi
- Sapersi dare dei temi/tempi, ovvero priorità
- Valorizzare l’esperienza, “conoscere” e analizzare; deve essere un obbiettivo comune prendendo anche quello che dal “basso” arriva
- Ragionare in qualità vuol dire comprendere che il domani è già oggi! Vedere con “occhi” diversi.
- Puntare all’eccellenzanel prodotto e nel servizio che devono risultare elementi distintivi
- Qualità soprattutto dal punto di vista del Cliente – comprendere bene chi è il Cliente e cosa vuole – capacità di ascolto
- Qualità come “collante” verso i principi, l’etica e le best practices
- Qualità come capacità direplicabilità e riproducibilità degli standard qualitativi
- Cultura della Qualità rivolta al mercato ma anche all’impresa: flessibilità, velocità e capacità di adeguarsi ai cambiamenti e di continuare a studiare (aspetto che in Italia non è così perorato, supportato e sentito)
- Integrazioni tra tutte le varie componenti aziendali. Da idoneità alla funzione all’idoneità per tutti in logica prospettica (quello che serve domani)
- Cultura della qualità deve anche considerare la qualità della vita guardando alla collettività quindi anche nel post vendita (ciclo di vita del prodotto: riciclabilità, smaltimento, impronta ambientale, … )
- Parlare di qualità ed efficienza energetica è credibile se lo testimoni direttamente declinando i principi in atti concreti applicati alla tua realtà (maggior appeal vs il mercato)
- Auto “certificazione” è bello ma se fatto da ente terzo è meglio per le garanzie al mercato e alla collettività!
- Più che il made in Italy è il Sistema Paese che deve riuscire a valorizzarsi
- Creare un substrato, supportato, di partnership nel Sistema Paese
- Le istituzioni devono riuscire a valorizzare l’Italianità e il Sistema Paese tutto deve collaborare perché questo avvenga
- Valorizzare e rendere fruibili le eccellenze cercando di trattenere i talenti (link stretto tra Università e Impresa in maniera semplice come sistema “Infrastrutturale”)
- Imparare ad usufruire dei fondi “comuni” (verifica anche dei ritorni reali)
- Qualità nel Sistema Paese vuol dire anche dipanare le diverse interpretazioni “normative” e conseguenti applicazioni; distonie che in Italia portano gravi ritardi
- c) Proposte alle istituzioni:
- Defiscalizzazioni / detassazioni per le aziende virtuose che lavorano in Qualità; Qualità testimoniata dal mercato e da certificazioni da parte di Enti Terzi che garantiscono la sorveglianza
- Infittire la sorveglianza del mercato da parte delle autorità preposte per valorizzare le aziende che operano in Qualità e sono da considerarsi virtuose secondo parametri concertati e stabiliti (sul prodotto, sul ciclo di vita dello stesso, sull’efficientamento energetico, sulla sostenibilità del proprio business, ecc. ecc.)
- Ridurre i controlli delle autorità pubbliche per le aziende che sono già sottoposte a controlli periodici sulle certificazioni da loro ottenute (sia di prodotto che di sistema organizzativo che del personale), così da orientare le “risorse” disponibili per i controlli pubblici verso ambiti a livelli di rischiosità più alti
- Supportare finanziariamente le delegazioni nazionali ai lavori normativi internazionali. Le imprese non possono essere lasciate sole a supportare gli oneri economici per lavorare affinché il Sistema Paese ottenga dei riconoscimenti normativi (standard) più confacenti alle esigenze dell’imprenditoria Italiana, anzi che ne valorizzi l’eccellenza e la Qualità espressa
- L’impianto normativo Italiano sia per le cogenze (norme di legge) che per gli aspetti tecnici, deve essere al passo coi tempi (si vedano ad esempio altri Paesi Europei) e deve valorizzare le aziende che nella propria Missione, tra i principi prioritari hanno posto, e porranno, attenzione alla Responsabilità Sociale d’Impresa che si manifesta anche con certificazioni relative a:
- Rispetto della normativa applicabile (sia nel mandatorio che nel volontario)
- Qualifiche del proprio personale con mantenimento e sviluppo delle competenze
- Comportamenti etici
- Risparmio energetico
- Contenimento e riduzione dell’impatto ambientale anche per il prodotto a fine vita
- …
Visto che a latere del tavolo di lavoro sono state molte le riflessioni dei convenuti al Forum, in conclusione si richiama quanto emerso sull’importanza della comunicazione e dei media nel valorizzare o meno la qualità.
La percezione della qualità sul mercato non è il solo risultato delle attività delle imprese. I clienti e i cittadini tutti, attraverso internet e i social network, influiscono sempre più sull’immagine delle aziende e sulla reputazione dei prodotti; diventa essenziale quindi che il sistema Qualità delle imprese tenga in debita considerazione le relazioni possibili con le nuove tecnologie e la gestione delle stesse. La disponibilità massiva di informazioni deve indurre i mezzi di comunicazione che le veicolano, ad assumere piena consapevolezza sulla grande responsabilità, nei confronti del Sistema Paese,nella divulgazione di messaggi e di contenuti che devono essere di “qualità”. Sarebbe auspicabile un maggior equilibrio fra “scoop” scandalistici che sicuramente fanno aumentare l’audience con altrettanti “scoop” meritori a favore delle eccellenze italiche utili a consolidare la Qualità per Competere del Sistema Italia.
Sperando che quanto riportato abbia stimolato qualche riflessione in più e auspicando che sia emersa anche l’esigenza di approfondire alcuni degli argomenti trattati, non resta altro che darsi un “arrivederci” alla prossima occasione.